Pina – Stabilimento Fiat di Mirafiori

L'attenzione in queste settimane in fabbrica è molto alta, e anche la preoccupazione, ognuno di noi si sente a rischio, perché per adesso i tagli a Mirafiori sono esigui, ma da quello che si sente, a luglio il numero di tagli sarà più elevato. E poi la gente fa anche questo ragionamento: Mirafiori è un colosso come stabilimento, e se non ci sono i volumi, lo stabilimento chiude. Magari non chiude adesso, chiude fra due o tre mesi, fra un anno, però è destinato a chiudere se non ci saranno nuovi investimenti, se non ci saranno nuove vetture, nuovi prodotti ecocompatibili, per esempio. Uno stabilimento di queste dimensioni, che prima era il riferimento di tutti i dipendenti Fiat, adesso con 9.000 dipendenti è destinato a chiudere se non si investe in qualcosa di innovativo. In fabbrica c'è sfiducia, preoccupazione e anche paura.

L'obiettivo di questa manifestazione è ottenere il cambio del piano industriale della Fiat. La proroga sull'inizio della cassa integrazione, sì, l'abbiamo avuta, ma è di pochi giorni; e poi il governo poteva attivarsi prima, poteva spingere la Fiat a discutere prima e non aspettare l'ultimo giorno disponibile per la consegna delle lettere, perché poi è quello il punto, oggi scadeva la procedura e da oggi in avanti qualsiasi giorno era buono per la consegna delle lettere.

A Torino nelle ultime manifestazioni abbiamo sentito la solidarietà della gente, degli enti locali, del nostro sindaco; tutta la città di Torino si è mobilitata, anche se noi della Fiom è già da un po' che dicevamo che la crisi era grave, solo che ci dicevano che facevamo del terrorismo, che gettavamo nel panico la gente, invece purtroppo avevamo ragione, altrimenti non si spiega il fatto del perché la Fiom non abbia firmato a luglio per la mobilità. Gli altri credevano alla Fiat, invece avevamo ragione noi.